Ti corichi, e nei pensieri che precedono il sonno decidi che domani mattina lo affronterai e gli parlerai: sveglia, saluto al sole, doccia e abbondante colazione, ma sì con la cioccolata che dona l’energia necessaria, quindi bicicletta fino all’ufficio; poi lo cercherai, trovandolo matematicamente alla macchina del caffè per le dieci e un quarto.

Sorge il sole. Dopo avere dormito, con ancora la testa mezza immersa nei sogni ti ricordi dei propositi saldi e determinati di ieri, i passi da compiere ben immaginati. “Machedavvero?!? Potrei rimandare a un altro giorno, magari è poco bendisposto, non ho tanta voglia, e forse… NO! Ho detto oggi e oggi sarà!” Saluto al sole, doccia, uova pane pesca e quadrato di cioccolata, pedali fino all’azienda, ti siedi e, incapace di fare altro, fissi l’ora in alto a destra sul monitor.

Passano i minuti ognuno dei quali genera dubbi, alimenta plausibili motivi di vacillazione, promuove il desiderio di procrastinare.
10:07
10:09
10:12
10:13
10:13
10:14
Alzati e vai alzati e vai alzati e vai.

Con paura e tensione ti metti in piedi e cammini in direzione saletta ristoro. Come previsto lo trovi lì appoggiato al tavolino chiacchierando con gli inseparabili due colleghi.
Respiro profondo, profondo respiro.
– Ciao
– Ciao
Dai che ci sei, hai già fatto il primo passo, il più tosto, prosegui.
– Ho bisogno di chiederti una cosa
– Va bene. Scusateci
Ecco il momento clou, ecco l’ostacolo da superare di slancio con timore ma fiducia.
– Mi piaci, vorrei uscire con te
Fatto. Era così difficile? SÌ! Però ne valeva la pena, per questi pochi secondi che si dilatano e perdono forma, per il cuore che batte rumorosamente, per l’emozione viva.
– Sabrina, volentieri esco con te.
– …
– Ah, fanculo!
Si avvicina ti stringe ti bacia forte.