Avvolta per anni tra le nebbie della pigrizia, infine la montagna è emersa, esercitando la sua potente attrazione, facendo germogliare il seme piantato agli esordi della mia vita durante le settimane bianche e le vacanze estive in alta quota. Al tempo ero troppo piccolo per cogliere il valore delle escursioni che portavo a termine, ero troppo intento a curvare con gli sci per apprezzare l’atmosfera di alberi e cime innevate.

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In realtà i sintomi sono sempre stati chiari e presenti, come la difficoltà di restare, anche per poco, in luoghi piatti dove non si vede alcuna altura; come il sentirmi a casa, di ritorno da un viaggio, appena comincio a scorgere il profilo noto del Monte Grappa; come la sensazione di benessere e pace che provo quando imbocco un sentiero, mi inoltro in un bosco, affronto una salita. Così colgo ogni occasione per farlo. Non mi spaventa la fatica del percorso, né la sveglia all’alba o il temporale pomeridiano. In quota sto bene, il resto sono dettagli di poco peso.