di Federico Mion

Category: Montagna

Rifugiamoci

Mai avevo passato una notte in rifugio, così ho acquistato un sacco lenzuolo, ho organizzato un itinerario di due giorni, mi sono assicurato un posto letto e sono partito, emozionato per la nuova avventura.

Camerata al Rifugio Boè

Arrivato – Rifugio Alpe di Tires – in un pomeriggio nebbioso, mi sono annunciato ai gestori che mi hanno dato indicazioni: bene, sono dentro! Ho tolto gli scarponi per indossare più comode ciabatte, ho preparato il letto in camerata, mi sono lavato e cambiato, quindi ho preso posto a sedere in sala. Con libro, carta, penna e una birra ho ingannato il tempo, dato che la pioggia non consentiva uscite e l’ora di cena (18:30, diciottoetrenta!) era distante.

Oh, che splendida e familiare atmosfera, circondato da altri viandanti simili a me, ognuno dei quali ha speso sudore e fatica per raggiungere questo posto, solo per amore della montagna. Ho subito legato con quelli seduti al mio tavolo, mentre mangiavamo abbondanti piatti, raccontando, ascoltando, ridendo, imparando. Essendo la mia prima volta ho offerto un apprezzato giro di grappe, in pieno spirito di condivisione, vera forza motrice della vita in rifugio. Sentendo parlare il mio dialetto, ho avvicinato altre persone e facilmente ho attaccato bottone, infatti erano dalle mie zone. Questo senso di comunità lubrifica i rapporti sociali, rende semplice le conversazioni.

Alla mattina non c’è stata necessità di sveglia: luce non ne entra dai balconi costantemente spalancati, se non quella dell’alba che pian piano invade le stanze e fa aprire gli occhi. Sciacquata alla stanza lavabi e tutti giù a fare colazione, affamati, per un bel pieno di energia adatto a affrontare la giornata di cammino. Già, perché dopo avere dormito sotto lo stesso tetto, usato gli stessi bagni, adoperato le stesse tavole, ognuno prende la sua strada. Ci si saluta con auguri di buon cammino, ci si separa con un po’ di tristezza, e si parte.

Mi è talmente piaciuta come esperienza che ho deciso di ripeterla il prima possibile. Questa volta desideravo un ambiente più spartano, così siamo partiti in 3 per Rifugio Passo Principe, che si è dimostrato all’altezza della mia immaginazione, con il gestore grande guida alpina nonché abile oste. Non sono mancate le nuove amicizie, le chiacchiere, gli scambi di informazioni e consigli. In compagnia i tempi morti si dissolvono, lo spirito si eleva e il piacere si moltiplica! Ciliegina sulla torta, abbiamo improvvisato un’altra notte fuori al Rifugio Sasso Piatto.

Rodaggio concluso, ero pronto per la mia vacanza, ossia 5 giorni di zaino, e scarponi giorno e notte in montagna. Raggiunto sabato e domenica da un’amica ho esplorato il Gruppo del Sella e Catinaccio, pernottando ai rifugi ContrinBoèSandro Pertini e Re Alberto sotto le maestose e meravigliose Torri del Vajolet.

Tramonto sulle Torri del Vajolet

Non contento ho chiuso la stagione con un’uscita di gruppo. Esperienza interessante al Rifugio Lambertenghi Romanin dove, coi compagni, ci siamo scaldati al calore della stufa e, mentre fuori la pioggia che ci aveva bagnato per l’intera ascesa si trasformava in neve, non abbiamo smesso di giocare a carte, ridere e spettegolare.

Cosa ho appreso e sperimentato? Che la scomodità dei materassi, l’odore e i rumori della camerata, i bagni in comune, l’acqua fredda e scarsa sono un prezzo che vale la pena spendere per ottenere amicizia, condivisione, incontri e passione. Che sintonizzarsi sugli orari della natura per cibo e sonno dona inaspettata energia e vigore. Che le montagne illuminate dal sole stanco del tramonto e da quello fresco dell’alba lasciano senza parole. Che una volta entrato in questo mondo c’è un vortice di emozioni che attrae con un richiamo e una forza irresistibili.

Alba sulla Marmolada

Il richiamo della montagna

Avvolta per anni tra le nebbie della pigrizia, infine la montagna è emersa, esercitando la sua potente attrazione, facendo germogliare il seme piantato agli esordi della mia vita durante le settimane bianche e le vacanze estive in alta quota. Al tempo ero troppo piccolo per cogliere il valore delle escursioni che portavo a termine, ero troppo intento a curvare con gli sci per apprezzare l’atmosfera di alberi e cime innevate.

pale-di-san-martino

In realtà i sintomi sono sempre stati chiari e presenti, come la difficoltà di restare, anche per poco, in luoghi piatti dove non si vede alcuna altura; come il sentirmi a casa, di ritorno da un viaggio, appena comincio a scorgere il profilo noto del Monte Grappa; come la sensazione di benessere e pace che provo quando imbocco un sentiero, mi inoltro in un bosco, affronto una salita. Così colgo ogni occasione per farlo. Non mi spaventa la fatica del percorso, né la sveglia all’alba o il temporale pomeridiano. In quota sto bene, il resto sono dettagli di poco peso.

La vacanza che mi piace

Ho trascorso la settimana a cavallo tra Giugno e Luglio in ferie. Il periodo è ideale grazie al meteo ottimale unito ai prezzi bassi e allo scarso affollamento della bassa stagione. Il luogo è la montagna, l’Alpe di Siusi  con i suoi pascoli in mezzo alle Dolomiti. Spettacolo!

sella-sassolungo-sassopiatto

Ho camminato tra prati e rocce; ho annusato fiori e ascoltato le mucche mangiare l’erba; mi sono seduto e sdraiato a guardare il cielo, leggere un libro, mangiare una pesca. Sette giorni rilassati dove la fatica della salita era ampiamente ripagata da un buon strudel più birra o sambuco, respirando aria leggera e ammirando le vette vicine e lontane. Tutto questo benessere è stato amplificato dalle splendide compagne di viaggio con le quali ho condiviso non solo l’appartamento, ma anche le lente e abbondanti colazioni, le lunghe chiacchierate, le sane risate. Superfluo dire che sarei rimasto lì a tempo indeterminato.

Mica tutto è stato perfetto. Non sono mancate le incomprensioni e gli scontri, né la pioggia e gli infortuni. I viaggi sono costellati di imprevisti, che li rendono più avventurosi e degni di essere ricordati e raccontati, come passare in pochi minuti da sole e maniche corte a k-way sotto la pioggia, accelerando il passo fino a un rifugio dove scaldarsi con una cioccolata calda, in attesa che il temporale pomeridiano esaurisca il suo vigore. O eventi che insegnano e fanno riflettere. Io ho capito che il cellulare ti dà la possibilità di comunicare con chiunque, trascurando i presenti. Per questo ne ho limitato l’uso, non ho pubblicato alcuna foto, non ho condiviso alcun piatto/aperitivo, non ho effettuato alcun check-in. E la vacanza è stata meravigliosa!